Minaccia anche di piovere.
E così ti capita che la noia di vedere vecchie pietre e navi riprodotte (qui c'era il fortino portoghese, lì i cannoni, lì in fondo il cimitero ma le lapidi sono state tolte, ecc...) ti fa entrare in questa piccola bottega artigiana.
Un uomo praticamente seduto a terra intaglia zoccoli di legno. E' circondato da zoccoli. Ci invita a provarli, senza insistenza, con sguardo intelligente e sorriso aperto. I suoi modi sono sicuri. Non è né falsamente cortese, né timidamente scontroso. "Gli zoccoli venivano usati in casa. Poco. Quando si usciva dal bagno per esempio. non ci camminavi chilometri. Insomma se vi piacciono, provateli, camminateci. Non siete obbligati a comprarli". E intanto sorride, scherza.
Entra un gruppetto di ragazzini cinesi. "Tra poco chiudo. Le mie figlie escono da scuola." I ragazzini girano i tacchi e vanno. E lui sorride e ci guarda con complicità. Abbiamo tutti capito che i ragazzini erano lì a perdere tempo.
Appesi alle pareti ci sono dei disegni che ha fatto lui: la famiglia, il negozio, scene di vita tradizionale. Ne ha fatto cartoline. Le compro tutte. Sono belle. Quelle della famiglia stupende.
"Anche io disegno". Il suo sorriso è senza confini. Credo mi dica "il bello dell'arte è che te la puoi portare dove vuoi. Ti segue ovunque".
Ha ragione. Anche il mio sorriso si allarga... E allora penso...
Le mie verso turisti cinesi, olandesi, inglesi, francesi, malesi, tedeschi... E la barriera tra me e Gee. Ma in fondo con lui non ce ne erano fin dall'inizio. Alle volte per intendersi parlare la stessa lingua non serve...
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