giovedì 12 settembre 2013

Gee

... E così ti capita di trovarti a passeggiare a Malacca (o Melaka)... I turisti non sono molti. Settembre è settembre per tutti.
Minaccia anche di piovere.
E così ti capita che la noia di vedere vecchie pietre e navi riprodotte (qui c'era il fortino portoghese, lì i cannoni, lì in fondo il cimitero ma le lapidi sono state tolte, ecc...) ti fa entrare in questa piccola bottega artigiana.
Un uomo praticamente seduto a terra intaglia zoccoli di legno. E' circondato da zoccoli. Ci invita a provarli, senza insistenza, con sguardo intelligente e sorriso aperto. I suoi modi sono sicuri. Non è né falsamente cortese, né timidamente scontroso. "Gli zoccoli venivano usati in casa. Poco. Quando si usciva dal bagno per esempio. non ci camminavi chilometri. Insomma se vi piacciono, provateli, camminateci. Non siete obbligati a comprarli". E intanto sorride, scherza.
Entra un gruppetto di ragazzini cinesi. "Tra poco chiudo. Le mie figlie escono da scuola." I ragazzini girano i tacchi e vanno. E lui sorride e ci guarda con complicità. Abbiamo tutti capito che i ragazzini erano lì a perdere tempo.
Appesi alle pareti ci sono dei disegni che ha fatto lui: la famiglia, il negozio, scene di vita tradizionale. Ne ha fatto cartoline. Le compro tutte. Sono belle. Quelle della famiglia stupende.
"Anche io disegno". Il suo sorriso è senza confini. Credo mi dica "il bello dell'arte è che te la puoi portare dove vuoi. Ti segue ovunque".
Ha ragione. Anche il mio sorriso si allarga... E allora penso...
Qualche giorno prima parlavo di tartarughe marine ad un gruppo di ospiti in un resort. Il mio inglese stentato e i miei disegni. Mi sono sentito un cantastorie. Quando il disegno era magia. Quando l'immagine soverchiava un linguaggio non ancora articolato. Sono passati i millenni, ma dentro di noi un'immagine ancora ci sorprende come un incantesimo. E come un incantesimo spezza le barriere.
Le mie verso turisti cinesi, olandesi, inglesi, francesi, malesi, tedeschi... E la barriera tra me e Gee. Ma in fondo con lui non ce ne erano fin dall'inizio. Alle volte per intendersi parlare la stessa lingua non serve...

venerdì 16 agosto 2013

Sindel B/W - digital and traditional art

Per chi non lo sapesse, parliamo di uno dei personaggi del libro fantasy "Darkwing - La Spada dai sette occhi", primo capitolo di una saga a firma di Davide Cencini. Qui il link del sito dedicato: http://worldofdarkwing.com/
E di seguito, la rielaborazione in bianco e nero della precedente illustrazione... Anche in questo caso ho utilizzato strumenti tradizionali (china, acrilici, pastelli) e strumenti digitali.
 

venerdì 9 agosto 2013

sindel mix traditional and digital art


Perchten - the meaning


Obviously this picture doesn't represent an evil... The idea was born last year, when I went in Austria, in the village where my grandmother was born. The village is near Klagenfurt. In the Christmas period, the Perchten masks march through the main streets. The masks are entirely produced by craftsmen, with wood, horns and fur. This the wikipedia link about the meaning of Perchten https://en.wikipedia.org/wiki/Perchta

mercoledì 7 agosto 2013

Sindel


Perchten #1

Estate del 2012. In uno sperduto paesino, in fondo ad una valle della Carinzia austriaca, a caccia delle maschere Perchten. Finalmente le trovo nello scantinato di un ristorante. Sono lì, accumulate su tavoli da lavoro, appese alle pareti, demoniache e incustodite.
Vinta la tentazione di infilarne una sotto la felpa, mi sono limitato a immortalarle.
A distanza di un anno, Perchta, la Signora delle Bestie, riemerge della notte ancestrale dell'Austria pre-cristianica.


domenica 4 agosto 2013

sexy e cattiva

Ispirato al libro fantasy Darkwing - La spada dai sette occhi. Comincio a postare il lavoro in progress fatto in questa giornata di caldo che bagna di sudore e asciuga gli acrilici prima che si dica "Amen"...



lunedì 27 maggio 2013

BUDDY BOLDEN: L'ULTIMA PARATA

E così giungemmo a partorire queste quattro tavole. Un risultato sintetico, alla fine di un lungo percorso.
L'idea era finalizzata inizialmente per la partecipazione al concorso "Strisce di Jazz". Una nota del regolamento mi ha fatto decidere altrimenti, laddove era previsto che occorreva inviare le tavole originali (tranne che non si fosse trattato di opera digitale).
Sinceramente, consegnare questo mio "figlio" ad un destino incerto, mi perprimeva alquanto, così ho desistito.
Ma l'esperienza è stata un'occasione preziosa per avvicinarmi alla storia del jazz, ramo musicale che conosco davvero poco.
Nel mio approccio dilettantesco, la leggenda ha esercitato un potere maggiormente attrattivo, rispetto ad altri aspetti o altri artisti di grande valore.
Ed ecco imbattermi nella storia di Buddy Bolden, conosciuto come uno dei padri del jazz moderno: poche tracce, poco materiale, testimonianze raccolte da jazzisti ormai scomparsi.
La vecchia New Orleans delle case d'oppio e dei bordelli.
Nel 1907 Buddy Bolden viene ricoverato per schizofrenia. Non uscirà mai più dall'istituto per la salute mentale, dove morirà nel 1931.
Per qualche info ecco il link a wikipendia http://it.wikipedia.org/wiki/Buddy_Bolden e se volete leggere le tavole con un pò di sottofondo... ecco qui http://www.youtube.com/watch?v=vgmZyImasvA






martedì 2 aprile 2013

giovedì 28 marzo 2013

Ci riproviamo...

A fare due cose:
1. La prima è resuscitare questo blog.
Insomma, ogni tanto gli do la sveglia ripromettendomi di alimentarlo, fomentarlo, titillarlo. E poi fa così figo avere un blog! Dire tante cose intelligenti, persino argute.
Hai visto mai che qualcuno ti nota, e diventi una nuova melissa p o uno zero "assoluto" calcare?

2. La seconda riguarda questo singolo post e, spero, altri.
Dichiariamo la cosa: ad aprile scade l'ennesima edizione del concorso strisce di jazz. Lo scorso anno me la sono presa comoda. Tanto comoda, da mancarla...
Ci riuscirò anche questa volta (a mancarla)?
Giò, ma lo sai che sei un tantinello migliorato?? E questo mi costringe a ri-disegnare delle tavole che erano praticamente già pronte... Facciamo finta che quelle sono lo storyboard... di lusso, potrei dire visto che le tavole erano anche già inchiostrate...

A proposito di inchiostrazione! A Natale mi è stato regalato il corso per corrispondenza della scuola di Joe Kubert. Che felicitàeletizia!! Peccato che attualmente giaccia in un cassetto.
E allora, mò faccio una cosa... Stile "the truman show", cercherò di postare le lezioni e gli esercizi. Meglio questo, che dire quante volte la natura mi conduce per mano verso il WC, no? E poi potrebbe essere utile a qualcuno, isn't it?

Intanto voilà le matite della prima tavola di "Buddy Bolden: l'ultima parata". Prima di quattro.
Scriverò di più nei prossimi giorni, per me e per quei quattro curiosi. Minchia quanto è psicoterapeutico...
Il formato è A3